La Cattedrale, chiesa madre della diocesi, deriva il suo nome da cattedra in quanto essa ospita la cattedra dell’ Arcivescovo da dove egli “ammaestra, celebra e governa”.
Essa è certamente un monumento artistico di notevole interesse, ma prima di tutto è “luogo di preghiera”, legato alla presenza di Dio sotto le specie eucaristiche. Intitolata a Sant’Agata, custodisce le sue spoglie all’interno di una cappella a lei dedicata, meta di migliaia di fedeli che ogni anno si riuniscono in questo luogo per rendere omaggio alla loro Santa Patrona.
La Basilica si affaccia maestosa su piazza Duomo, una delle più importanti piazze tardo barocche che contraddistinguono il nuovo assetto urbanistico settecentesco dopo la ricostruzione seguita al disastroso terremoto del 1693.
Al centro della piazza campeggia la famosissima “fontana dell’ elefante”, simbolo della città, opera settecentesca dell’architetto palermitano Giambattista Vaccarini (1702-1769) al quale è attribuita la progettazione di gran parte degli edifici settecenteschi catanesi.
Un’ antica leggenda circa l’origine di questo simbolo narra che, quando Catania fu abitata per la prima volta, un elefante allontanò tutte le bestie feroci che si trovavano in zona e i catanesi, per rendere omaggio a questo animale, eressero una statua ancora oggi chiamata, in dialetto locale, “liotru”. Tale termine dialettale si riferisce al nome del catanese Eliodoro, vissuto nell’ VIII secolo, bruciato vivo per ordine del vescovo Leone II il Taumaturgo perché, non essendo designato vescovo della città, disturbava le funzioni religiose con magie tra le quali quella di far camminare l’elefante di pietra.