Le candelore, o cerei di Sant’Agata, sono grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie; fino ad un ventennio fa esse uscivano in processione a partire dal 2 febbraio.
Alcuni storici ritengono che la festa della candelora sia stata istituita da papa Gelasio I nel 492, altri studiosi invece accennano a papa Sergio I, palermitano, il quale la istituì nel 687.
In ogni caso la festa della candelora è la sostituzione di un rito sacro ad un rito pagano, simboleggiando la sua fiamma la “Luce del mondo”che squarcia le tenebre della notte.
Nel 1514 se ne contavano 22 la prima delle quali in processione era quella dei Confettieri adorna di “cosi zuccarati”; nel 1674 sappiamo fossero 28 mentre agli inizi del ‘900 se ne contavano 13.
Oggi sono in totale 11 pesanti dai 400 ai 900 chili, portate a spalla, a seconda del peso, da 4, 8, 10 o 12 uomini.
Ciascuna di esse è legata ad una corporazione di arti e mestieri ad eccezione della prima, la più piccola, voluta dal vescovo Ventimiglia dopo l’eruzione lavica del 1776 che minacciò di invadere i paesi di Pedara e Nicolosi e dell’ultima quella del Circolo Cittadino di Sant’Agata fondato dal Beato Cardinale Dusmet.
Colpita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, quella voluta da Mons. Ventimiglia, venne ricostruita, nella seconda metà del ‘900, non del tutto fedelmente a quella originale. Oggi è custodita nella chiesa di S. Placido ed è gestita dall’Associazione Sant’Agata in Cattedrale.
Segue in processione la candelora dei Rinoti, intitolata “Primo Cereo” e donata dgli abitanti di San Giuseppe la Rena agli inizi dell’800.
A seguire la candelora degli Ortofluricoltori (giardinieri e fiorai), la più originale, in stile gotico veneziano restaurata interamente nel 1983, ripristinando in quest’occasione la tradizionale boccia a corona che la sovrasta, per la quale viene comunemente definita “La regina”. Si conserva nella chiesa di S. Francesco all’Immacolata.
Segue quella dei Pescivendoli, in stile rococò, di fattura ottocentesca, custodita oggi al mercato ittico. Caratteristico il mazzetto di fiori freschi, oggi sostituito da fiori artificiali, che un tempo completava la candelora, che, al tempo dell’Arcivescovo Bentivoglio, veniva benedetto durante una manifestazione nel cuore della pescheria, la mattina del 3 febbraio.
La candelora dei Fruttivendoli, detta la “signorina” per il suo movimento e le sue forme eleganti, scandite alla base da 4 artistici cigni, attualmente è conservata nella chiesa di S. Francesco all’Immacolata.
La candelora dei Macellai, nota comunemente come candelora dei chianchieri, è adornata da una statua rappresentante S. Sebastiano, patrono della corporazione dei macellai e da sempre si conserva presso i locali annessi alla chiesa di S. Sebastiano nei pressi del Castello Ursino.
Il cereo dei Pastai spicca per la sua semplicità ed eleganza, in stile barocco esso è l’unico che manca di scenografie rappresentanti il martirio di Agata, all’interno custodisce ancora il cerone in vera cera, ed è conservato all’interno della chiesa dedicata a S. Francesco all’Immacolata.
Ottava in processione la candelora dei Pizzicagnoli, nota per il suo stile liberty con alla base quattro splendide cariatidi, anch’essa conservata nella chiesa di S. Francesco all’Immacolata.
Segue quella dei Bettolieri, la quale esce in processione a cura del comitato delle feste agatine da quando, agli inizi degli anni ’60, la corporazione non si occupò più della manutenzione e dell’uscita della candelora. Si conserva nella chiesa di S. Francesco all’Immacolata.
La candelora dei Fornai e dei Panettieri, è stata sempre la più pesante di tutte e viene comunemente definita la “Mamma”; portata in processione da ben 12 portantini, oggi si conserva nella chiesa di S. Francesco all’Immacolata.
L’ultima candelora quella del Circolo Cittadino di Sant’Agata, è la più recente, realizzata nel 1874, ed adornata nel 1996 con una statua del Beato Dusmet. La copresenza di una statua raffigurante Sant’Agata ed una dell’Immacolata ricorda come i Catanesi, insieme a Sant’Agata, hanno sempre venerato la Vergine Immacolata come patrona della città. Si conserva presso la Basilica Collegiata sede del Circolo Cittadino Sant’Agata.
Riferimento Bibliografico:
G. Lanzafame, Sant’Agata e la sua festa, Catania 2005, pp. 57-89.